Quasi a sorpresa Bugatti presenta al Salone di Ginevra la Chiron Sport, promettendo un notevole passo in avanti in fatto di handling e dinamica di guida
Quando dalle parti di Molsheim annunciano un nuovo modello l’attesa e la curiosità del pubblico nei confronti di una Casa tanto prestigiosa diventano via via sempre più grandi e la critica si domanda a quale nuovo oggetto rivoluzionario sarà messa di fronte. Questa volta in Bugatti hanno scelto di mantenere un profilo leggermente più basso. Infatti la Chiron Sport appena presentata al Salone di Ginevra non rappresenta una rivoluzione, bensì un’evoluzione. E’ indubbio anche che stravolgere una vettura già estrema quale la Chiron, presentata solo due anni fa, sarebbe stato difficile e, forse, controproducente per la Casa transalpina.
Incalzati dalle richieste di clienti più propensi all’asfalto e ai cordoli di un circuito piuttosto che alle strade irregolari di città esotiche, i tecnici Bugatti hanno dunque pensato di “riassettare”, volendo utilizzare un termine proprio del motorsport, la potentissima Chiron rendendola più agile e veloce nei tratti guidati. Il lavoro dei francesi si è quindi incentrato sul miglioramento dell’handling della vettura e non sullo sviluppo di nuove tecnologie per renderla ancora più potente e veloce.
Il motore infatti è rimasto lo stesso mastodontico W16 (il numero 16 sulla griglia frontale della vettura esposta è un riferimento proprio al numero dei cilindri, ndr) da 8.0 litri capace di erogare ben 1500 CV e 1600 Nm. Le modifiche più sostanziali hanno riguardato in particolare le sospensioni, rese più rigide del 10%, e lo sterzo, ora più reattivo e diretto. Una grande cura dei dettagli ha consentito di diminuire il peso della vettura di 18 kg grazie all’utilizzo della fibra di carbonio per componenti finora trascurati come lo stabilizzatore, la copertura dell’intercooler e, addirittura, i tergicristalli.
La diminuzione di peso è stata una chiara conseguenza della volontà e dell’esigenza di contrastare l’inerzia della vettura in curva. Certo, considerata l’enorme massa di 1995 kg della versione base, si potrebbe pensare che la differenza sia irrisoria. Invece, a riprova della bontà degli sforzi e del lavoro certosino compiuto, giunge un dato significativo: sul circuito pugliese di Nardò la versione Sport ha girato ben 5 secondi più veloce di quella base, con un’uscita di curva a 200 km/h.
Naturalmente tutti questi aggiornamenti hanno un costo. Il prezzo della versione Sport, infatti, lieviterà di circa 200mila euro, passando dai 2,4 milioni di euro della versione base ai 2,65 milioni della Sport.
Fonte immagini: www.motor1.com