

Nuovo sviluppo per il Dieselgate Volkswagen: gli USA accusano un ingegnere italiano, ex Audi, di aver collaborato allo sviluppo del software utilizzato per truccare i risultati dei test
Dopo diverse maxi multe per un ammontare totale che supera i 24 miliardi di dollari, mandati di arresto verso cinque ex-manager, il fermo per Oliver Schmidt e numerose ore di investigazioni, il Dieselgate non pare essere giunto a conclusione: come un moderno vaso di Pandora, lo scandalo continua a rovesciare nomi su nomi di potenziali colpevoli con capi di imputazione più o meno gravi.
Questa volta infatti è toccato ad un connazionale, Giovanni Pamio, ex ingegnere Audi, accusato dal Dipartimento di Giustizia statunitense di aver collaborato nello sviluppare il software che sarebbe poi stato utilizzato per mascherare i risultati durante i test per le emissioni su alcuni modelli Audi. Ricordiamo infatti che per ciò che riguarda le vetture della casa dai quattro anelli, i veicoli coinvolti nello scandalo sono le A3 con motore 2.0 TDI e vari modelli con il V6 3.0 TDI: A6, A7 quattro, A8, A8L e Q5 degli anni che vanno dal 2014 al 2016, e le Q7 MY 2009–2016.
L’ingegner Pamio era dunque supervisore della termodinamica rispetto al dipartimento di sviluppo motori diesel Audi di Neckarsulm, in Germania, portandolo a stretto contatto con i propulsori e di conseguenza alla gestione dei fattori che determinano le emissioni. Secondo i comunicati ufficiali infatti, “Dal 2006 al 2015 Pamio ha guidato un team dedicato alla progettazione dei sistemi di controllo delle emissioni. Dopo aver capito che sarebbe stato impossibile raggiungere gli standard NOx con i limiti di design imposti dagli altri reparti della Casa, l’ingegnere ha diretto i colleghi nello sviluppo e nell’implementazione di funzioni software per barare nei test di omologazione”
Secondo lo Stato di New York inoltre, Pamio sarebbe stato responsabile inoltre dello sviluppo dei V6 americani e a capo di un manager del gruppo VW che avrebbe partecipato nel 2006–2007 agli incontri con il California Air Resource Board, assicurando la sicurezza ed il funzionamento a regola dei futuri sistemi di gestione dei gas di scarico.
Con l’ingegner Pamio, diventano 8 i dipendenti del gruppo VW finiti nel mirino del Dipartimento di Giustizia americano, uno dei quali, James Liang, sta collaborando con le autorità dopo essersi dichiarato colpevole.