

La Gran Bretagna non fa più parte dell’Unione Europea e non sta a noi dire se questo sia giusto o sbagliato. Ma cosa succederà ora al settore automobilistico?
Quella di ieri è stata inequivocabilmente una giornata storica, sia in senso negativo che in senso positivo. La Gran Bretagna ha infatti scelto, attraverso un referendum, di uscire dall’Unione Europea, cosa che però porterà a delle conseguenze che andranno a modificare anche il settore automobilistico.
Queste modifiche però non piaceranno di certo alle varie case automobilistiche, che avevano già dipinto la possibile uscita della GB dall’UE come un incubo. Purtroppo tutto ciò è diventato realtà ora, anche se sembra essere solo l’inizio di uno scossone dal quale sarà molto difficile riprendersi, per tutti.
Il Premier inglese David Cameron ha già rassegnato le proprie dimissioni e per l’immediato futuro si parla già di un inasprimento delle tasse doganali, di una moneta molto meno “forte” e di un vero e proprio isolamento, soprattutto a livello industriale. A risentirne però sarà tutto il mercato, visto che quello del Regno Unito è il secondo mercato più fiorente del nostro continente.
Circa trenta giorni fa era stata la SMMT (Society of Motor Manufacturers and Traders) a lanciare l’allarme, dichiarando che solo grazie alla permanenza nell’UE si poteva garantire l’attuale regime di mercato. Addirittura aziende come Jaguar Land Rover, BMW, Ford, Nissan, Toyota o Mercedes-Benz si sono pubblicamente schierate dalla parte di chi voleva rimanere nell’Unione, mentre Aston Martin, Volkswagen e Vauxhall hanno mantenuto un profilo più basso e neutrale.
Il dato più significativo però è che nessun grande costruttore ha deciso di schierarsi apertamente a favore della Brexit, nonostante gli interessi in gioco. Questo però non ha comunque impedito al popolo sovrano di votare per l’uscita dall’Unione Europea, quindi proviamo ad immaginare cosa succederà d’ora in poi.
Questo compito è tanto ingrato quanto complesso, visto che è molto difficile se non impossibile prevedere quali saranno le conseguenze di questa decisione. Alcune case come BMW ad esempio hanno già dichiarato che ogni eventuale decisione verrà presa solo nel momento in cui ci saranno delle vere e proprie modifiche a livello legislativo, mentre Toyota voler avviare un percorso di revisione più netto e deciso.
Secondo i vertici giapponesi infatti d’ora in poi produrre nel Regno Unito avrà un costo superiore del 10% rispetto al recente passato, cosa che porterà sicuramente a delle conseguenze. Per Jaguar Land Rover invece, entro il 2020, la Brexit “brucerà” circa 1,25 miliardi di euro di possibili profitti. Una cifra non certo irrisoria e trascurabile.
La conseguenza immediata, ovviamente sul piano economico, è stata però la grande tempesta finanziaria creata dalla Brexit, con le Borse di tutto il mondo che hanno dovuto fare i conti con una caduta quasi incontrollata. Piazza Affari ad esempio ha fatto registrare una delle peggiori sedute della sua storia, per colpa della quale ha perso il -12,48%.
Nel resto d’Europa le cose non sono andate certo meglio, soprattutto dove attualmente l’economia è più fragile. Atene ha perso il 13,4%, Madrid il 12,3%, Francoforte il 6,8% e Parigi l’8%. Londra paradossalmente invece ha perso solamente -3,15%.
Tutto ciò, molto probabilmente, ci porterà verso un lungo e complicato periodo di instabilità, dove i cambiamenti potranno essere tanto repentini quanto massicci. Il Regno Unito è più diviso che mai, tra chi inneggia alla vittoria e chi già pensa a raccogliere le firme per un nuovo referendum. La realtà dei fatti però parla di un Europa che deve cambiare, per non ritrovarsi distrutta e martoriata più di quanto già non sia.