

Bruxelles smantella le accuse sul caso emissioni riguardanti i modelli FIAT, ma il titolo FCA rimane negativo
Un periodo di turbolenza generalizzata si è abbattuta sul mondo delle automobili in questi ultimi tempi, e nemmeno il gruppo FCA è riuscito a scamparne. L’ipotetica violazione delle regolazioni internazionali sulle emissioni da parte delle vetture FIAT sta ancora facendo discutere la stampa tedesca: Frankfurter Allgemeine Zeitung ha pubblicato durante la scorsa giornata un articolo dal titolo “Il dieselgate diventa un caso politico”, nel quale si afferma che Alexander Dobrindt, ministro dei Trasporti della Germania, avrebbe notificato a Bruxelles e alle autorità italiane i risultati su i test delle emissioni delle vetture in questione.
“La Fiat si è rifiutata di fornire la propria versione davanti alla nostra commissione di indagine”, scrive il quotidiano, citando una dichiarazione del ministero di Berlino. “Ora i risultati delle nostre misurazioni verranno spediti dall’autorità di omologazione (KBA), alla Commissione europea e ai tecnici dell’autorità di omologazione italiana”. Il quotidiano riporta inoltre la nota del ministero che recita: “All’Italia il ministero chiede di valutare i dati e prendere conseguenti misure”.
Il modello inciminato, sempre secondo Frankfurter, sarebbe la Fiat 500X spinta dal 2.0 Multijet. “Tutti i nostri modelli sono pienamente conformi alle normative sulle emissioni”, ha risposto FCA in una nota ufficiale ieri mattina.
Già due giorni fa, l’edizione domenicale di Bild aveva vaticinato che la KBA avrebbe potuto constatare che il sistema di trattamento dei gas di scarico di alcuni modelli della Fiat si spegnerebbe dopo i 22 minuti di attività del motore, considerando che in media i test sulle emissioni ne durano 20. Blid inoltre ha annunciato lo scorso Sabato che FIAT potrebbe vedersi vietata la vendita in Germania di tali modelli, affermazione che trova riscontro nella citazione di alcune fonti provenienti dal Ministero dei Trasporti tedesco.
Tutto ciò è scaturito dal fatto che le autorità che si occupano di tali misurazioni in Germania, hanno evidenziato come i livelli di emissioni di NOx riscontrati durante i test sulla 500X sforino la norma stabilita dai modelli comparabili di altre case produttrici. Ciò aveva portato le varie parti a confrontarsi con Opel, anche lei al centro di un caso simile con la sua Zafira, modello incriminato per le stesse motivazioni. Le stesse autorità inoltre avrebbero convocato FCA al medesimo incontro tra le parti coinvolte.
Nessun rappresentante del gruppo si è però presentato: FCA ha asserito che la valutazione della conformità dei propri modelli alle normative europee spetta alle autorità italiane. Una decisione che aveva ottenuto anche l’appoggio del ministro dei Trasporti Graziano Delrio.
Ma proprio ieri è arrivata la smentita da parte di Bruxelles: la portavoce responsabile dei Trasporti della Commissione europea riporta in una nota ufficiale che “La Commissione europea non ha ricevuto la lettera delle autorità tedesche sul caso FCA” sottolineando come “la responsabilità di rimediare a situazioni non in regola è degli Stati membri in cui l’omologazione è stata concessa: nè altri Stati membri nè la Commissione possono avviare un richiamo”. Per porre rimedio alla situazione dunque, è necessario aprire un dialogo tra i due Paesi coinvolti “con l’obbligo di tenere informata la Commissione. Sta a quest’ultima, eventualmente, facilitare una soluzione in assenza di accordo”.
Tutto ciò ha avuto un riscontro negativo anche in Borsa, come era possibile prevedere. FCA ieri mattina ha aperto in ribasso arrivando a perdere quasi il 6%, per poi risalire verso la fine della mattinata a -3,17 punti percentuali, in una giornata comunque contrassegnata dal segno negativo. Nel pomeriggio, il titolo è sceso di nuovo, chiudendo la sessione a -4,44%.